Il trasporto urbano sta cambiando rapidamente, di pari passo con la sensibilità ambientale, ma anche con una serie di considerazioni economiche. E anche se alcuni guardano alla recente invasione di monopattini con una certa perplessità, l’adozione di alternative sostenibili alle auto private non è una moda passeggera, ma un trend destinato a continuare e ad ampliarsi. A guidare questa piccola “rivoluzione” verde sono state, come spesso accade, le startup tecnologiche statunitensi, i cui modelli di business si sono rapidamente affermati anche nel resto del mondo. Gli scooter, i segways e i monopattini a noleggio, così come le bici e le auto elettriche, sono più popolari rispetto a quelli in vendita. Chi non è completamente sicuro di voler adottare questo genere di mezzi per il trasporto urbano – o non vuole rischiare di investire in un mezzo che potrebbe essere rubato o danneggiato – preferisce pagare per l’utilizzo piuttosto che acquistarne uno proprio. Questo permette anche di farsi un’idea più chiara dell’utilità o della comodità del mezzo, senza grandi investimenti economici. Come si sta evolvendo, dunque, il panorama del trasporto urbano? I fattori da considerare sono molti.
Davvero ci sposteremo tutti in monopattino? Spoiler alert: no
Il 2020 è stato un anno molto insolito, nel quale il tempo si è espanso. Che cosa c’entra questo con il trasporto urbano? C’entra, perché non tutti si rendono conto del fatto che l’esplosione dei veicoli piccoli e leggeri, come
monopattini e
segways, è avvenuta fra la primavera e l’estate, ovvero in condizioni particolarmente favorevoli per questo tipo di mezzi. Per arrivare all'adozione di massa, tuttavia,
la mobilità sostenibile dovrebbe comprendere veicoli adatti a tutte le stagioni, per tutti i tipi di viaggi e per tutti i tipi di persone. È difficile pensare, per esempio, che i monopattini possano davvero soppiantare le auto e il trasporto pubblico tradizionale in inverno, nelle regioni del centro e del nord Europa. La risposta a questo particolare problema potrebbero essere le
piccole auto elettriche e il
car sharing. Saranno gli studi sull’
impatto ambientale del trasporto urbano negli ultimi anni a dimostrare se queste tendenze si saranno affermate realmente oppure no.
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Le infrastrutture devono adattarsi al nuovo trasporto urbano
Non in tutte le città si è sperimentata la medesima diffusione di biciclette, monopattini e auto elettriche. Un fattore determinante, in tal senso, è
l’adeguatezza delle infrastrutture. Nelle città che vantano una rete ampia e diffusa di
piste ciclabili, ovviamente, gli utenti si sentono molto più tranquilli a muoversi su due ruote, rispetto a quelle che invece li obbligano a condividere l’asfalto con auto, moto e furgoni. L’adozione delle
auto elettriche, sia di proprietà che condivise, è invece condizionata dalla diffusione delle
colonnine di ricarica e quindi alla facilità di utilizzare il proprio veicolo come una macchina “normale”, senza dover pianificare in anticipo i propri percorsi in base alle necessità di rifornimento. Questo è il perfetto esempio di come non siano solo le scelte individuali a determinare
l’adozione o meno di pratiche ecosostenibili, ma anche e soprattutto
le politiche e gli investimenti su larga scala.