GECO EXPO

Intervista a Domenico Palladino di Quality Travel

La recente pandemia, purtroppo non ancora conclusa, ha forzatamente cambiato – se non addirittura in molti casi bloccato – la nostra mai sopita voglia di viaggiare. Questa sospensione avrà però fine e Domenico Palladino Direttore Responsabile di Quality Travel offre uno sguardo speranzoso verso la prossima ripresa, specie di quel turismo “slow” e intimo che dovrà commisurarsi con nuove modalità, ricercate ora non solo dai viaggiatori più sensibili, che offrono una ricaduta del tutto positiva sui territori visitati con una sempre maggiore consapevolezza.

Quali strategie possono adottare, secondo te, le strutture turistiche per ripartire al meglio e uscire dalla crisi?

È complesso definire una strategia in un contesto che cambia con estrema rapidità e dove i numeri degli anni precedenti non sono più utili per fare analisi di mercato: gli operatori oggi devono prepararsi a diversi scenari futuri, partendo dal più pessimistico possibile. Nel caso di assenza di turismo, l’unica strategia possibile è quella di concentrarsi nella vendita del segmento di chi si sposta per business o per necessità, continuando nel frattempo a far sognare la propria destinazione a chi prima o poi avrà l’occasione di partire. Con i turisti nazionali la strategia è la flessibilità: nessuno prenota se rischia di perdere il proprio investimento e occorre dare fiducia al proprio ospite senza richiedere versamenti anticipati. Il turismo internazionale infine è legato alle riaperture e ai corridoi turistici: ha senso guardare i numeri dei Paesi che possono riaprire per primi e cominciare da questi per la propria attività promozionale.  

Come sono cambiate, nell’ultimo anno, le aspettative di chi viaggia?

Le aspettative oggi sono ovviamente molto maggiori su aspetti come la pulizia, la privacy, la tranquillità e il mantenimento di un proprio spazio esclusivo. Si sono invece abbassate le aspettative sulle attività da fare sul posto: chi parte sa che potrebbe trovare restrizioni di diverso tipo e cerca per questo un’alternativa di soggiorno che possa essere piacevole anche solo per rilassarsi: si cercano ampi spazi, magari con giardino o piscina, una connessione veloce per poter fare attività quali visione di film in streaming, visione di contenuti sui social media o una call di lavoro in videochiamata. Sta crescendo infine la voglia di ripartire: quando ci sarà il via libera la ripresa sarà repentina, come già successo l’estate scorsa.

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Quali saranno le mete o i tipi di destinazioni più gettonati quando si potrà riprendere a viaggiare?

Le mete preferite saranno scelte giocoforza tra quelle che avranno contenuto meglio le ondate: sono sicuramente avvantaggiati i sistemi più chiusi come le isole o comunque i Paesi più piccoli. Sarà però anche più difficile arrivarci: per continuare a mantenere basso il numero dei contagi, avranno limiti al numero di ingressi e misure che vanno magari dal tampone con esito negativo alla quarantena preventiva. In prospettiva, inoltre, potrebbe essere introdotto l’obbligo vaccinale. Negli scorsi mesi c’è anche stata una tendenza a prediligere località isolate e fuori dalle mete più battute, percorsi nella natura, turismo sportivo e cammini: tutti indizi di un prossimo trend che vedrà protagonista il turismo lento, di scoperta del territorio.

Quanta importanza si dà alla sostenibilità nell’industria dei viaggi contemporanea?

Negli ultimi anni la sostenibilità ha avuto un'importanza crescente più in termini di marketing che di reale interesse per l’ambiente: una gara a far vedere di essere più sostenibili degli altri, aver comprato meno cannucce o risparmiato più CO2. Oggi vedo più consapevolezza: ci si sta rendendo conto che il termine sostenibilità ha un significato più ampio, che prevede di preservare il pianeta dal consumo eccessivo, porre un limite a quel turismo di massa che non porta valore aggiunto al territorio, promuovere buone pratiche tra i turisti stessi per permettere a un paradiso naturale di restare tale.  

Perché hai deciso di appoggiare GECO?

Perché il futuro del turismo, dei viaggi e degli eventi non può più prescindere da una dimensione fondamentale, che è quella di lasciare il posto visitato in condizioni uguali o migliori di quando si è arrivati. E a questo ci si arriva solo educando i turisti e le aziende a pratiche di sostenibilità che possano tradursi in un vantaggio collettivo sia per la popolazione residente e sia per quella temporanea dei turisti. È un tema che fino ad oggi è sempre stato trattato con superficialità negli eventi di settore, quasi come un mantra da seguire. Non posso quindi che guardare con favore a un evento che indica la via e fa incontrare aziende che possono rendere possibile quello che viene teorizzato in tanti convegni.

Published on 09-01-2021

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