Far nascere l’interesse per la sostenibilità per molti di noi rappresenta una sfida. È difficile infatti far convivere oggi nuove abitudini green con quello a cui il mondo di ieri ci ha abituato. Ma c’è chi come Andrea Licata ha dedicato i propri interessi ad un tema così importante e grazie alla sua società Talenteco aiuta oggi professionisti e startup del settore #smartgreen a crescere e a confrontarsi con il mercato. Oggi GECO lo intervista.
Ti sei occupato spesso di sostenibilità e soprattutto di mobilità sostenibile in passato. Come hai scelto di avvicinarti a questo tema?
Sono nato a Torino negli anni Settanta; al tempo il capoluogo del Piemonte era soprattutto la capitale italiana dell’industria dell’auto. Inquinamento atmosferico, traffico e rumore erano una costante della vita quotidiana e penso che quella situazione abbia poi influenzato i miei interessi di lavoro. Oggi qualcosa sta finalmente cambiando e, infatti, si parla di
mobilità sostenibile. Il contesto ambientale lo richiede: vorrei a questo proposito ricordare che esiste un legame tra crisi climatica e inquinamento atmosferico, come anche, evidentemente, tra inquinamento e salute delle persone.
Quali sono, secondo te, i trend più interessanti nel settore della sostenibilità?
Assisteremo a cambiamenti significativi e rapidi in tutti i settori economici, a cominciare da quelli dell’energia e della mobilità, che sono centrali in questa fase di trasformazione. Ci sono giustamente molte aspettative nel campo delle energie rinnovabili, anche in termini occupazionali. Inoltre, il mondo dell’agricoltura sta guardando al futuro, anche grazie all’innovazione portata dalle startup. Per quanto riguarda i materiali sta emergendo con forza l’economia circolare. Vorrei infine citare il settore della moda, che in passato non ha messo la sostenibilità al centro, ma ora dovrà farlo senza esitazioni.
L’industria turistica è una delle più inquinanti al mondo. Cosa pensi si possa fare per renderla più sostenibile?
La crisi climatica sta cominciando a dettare l’agenda economica e anche questo settore deve prepararsi al cambiamento. Inevitabilmente il turismo globale diminuirà a favore del turismo continentale e regionale; il turismo slow e di lunga durata è invece sostenibile e quindi resisterà. L’Italia potrebbe diventare
un punto di riferimento internazionale nel settore del turismo sostenibile, come anche, ad esempio, del cibo biologico e del vino naturale. La nuova generazione sarà molto esigente e i cambiamenti di facciata, a mio avviso, sarebbero giudicati insoddisfacenti: in sostanza quindi, una finta transizione non sarebbe compresa e accettata.
Perché hai scelto di sostenere GECO?
GECO, la fiera virtuale della sostenibilità e dell’innovazione, è un’iniziativa che merita di essere sostenuta: rappresenta bene un modello di fiera in grado di resistere alle crisi in corso. Mi sembra inoltre un evento dalla parte giusta, che guarda verso il futuro. Il mio ruolo nelle prossime settimane sarà innanzitutto quello di collegare la fiera virtuale in preparazione al network delle moltissime startup verdi in Italia e in Europa.
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