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Viaggiare in modo sostenibile: il turismo che non fa male al pianeta.

Che cos’è il turismo sostenibile? Molti di noi hanno scoperto questo concetto la prima volta che, entrando in una stanza d’albergo, hanno trovato indicazioni specifiche sul ricambio di biancheria e asciugamani, con un invito a richiederne di nuovi solo dopo qualche utilizzo, invece che quotidianamente. Ridurre il consumo di detergenti è stato, per moltissime strutture e per moltissimi turisti, il primo passo. Eppure oggi sappiamo che l’industria del turismo ha un impatto notevole sul pianeta, in termini di emissioni di CO2, inquinamento e sfruttamento delle risorse, alterazione degli ecosistemi e del tessuto sociale e culturale. Per questo gli appelli a pratiche di viaggio sostenibili. Che cosa può fare ognuno di noi per viaggiare in modo sostenibile? Ecco alcuni consigli pratici.

Le basi: scegliere trasporti sostenibili e risparmiare le risorse

Alla base del turismo sostenibile ci sono le pratiche che tutti conosciamo, ma che è sempre bene ricordare. Prima di tutto limitare i viaggi aerei, privilegiando tratte brevi e senza scali oppure scegliendo di spostarsi in treno o in pullman. Una volta arrivati a destinazione, se possibile, sarebbe meglio esplorare i dintorni in bicicletta, a piedi o con il trasporto pubblico, piuttosto che affittare un auto o prendere il taxi. Anche negli hotel e nei B&B, naturalmente, possiamo fare la nostra parte proprio come la faremmo restando in casa, ovvero non lasciando le luci accese quando usciamo da una stanza, non facendo docce troppo lunghe né troppo numerose e non sprecando il cibo. Tutto questo costituisce un buon inizio, ma non basta.

Scegliere itinerari sostenibili

Il turismo di massa ha conseguenze spesso disastrose sull’ambiente naturale e sulle comunità locali. In Italia abbiamo l’esempio di Venezia, saturata dai turisti fino a essere invivibile per i residenti. Allo stesso modo, in tutto il mondo, intere comunità sono state influenzate negativamente da un’industria che sembra consumare territori senza sosta, mentre tesori naturali come la barriera corallina sono stati messi in pericolo dalle attenzioni tutt’altro che delicate di milioni di esploratori amatoriali. Per viaggiare in modo sostenibile bisognerebbe innanzitutto astenersi dal seguire gli itinerari di questo genere di turismo. Molti siti propongono alternative sostenibili, in collaborazione con agenzie che si impegnano a gestire e moderare i flussi turistici in modo che questi non risultino dannosi per gli ecosistemi naturali e per la vita delle comunità locali. Se si desidera visitare le mete più popolari o i monumenti più famosi, è meglio farlo in bassa stagione, così da non contribuire al loro sovraccarico.

Viaggiare in modo sostenibile vuol dire anche consumare in modo consapevole

Uno dei fattori che maggiormente contribuiscono a snaturare ecosistemi naturali e sociali è la globalizzazione a misura di turista. La presenza di determinate catene di negozi o di certi tipi di servizi che risultino “familiari” anche a chi viene da molto lontano spesso si realizza a discapito delle tradizioni e dell’artigianato locale, creando profonde ferite nel tessuto culturale. Chi desidera viaggiare in modo sostenibile dovrebbe pertanto privilegiare il consumo di prodotti tipici, realizzati nel luogo che si sta visitando, e la scelta di souvenir dell’artigianato tipico, che valorizza la cultura e genera reddito per la popolazione locale. In nessun caso si dovrebbero considerare gli elementi naturali (come sassi, piante, conchiglie e tantomeno animali) come souvenir accettabili.

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Scegliere strutture ricettive che abbiano un buon rapporto con le comunità locali

Quando si parla di comunità locali, si pensa sempre alla popolazione di un qualche villaggio sperduto, con costumi tradizionali e animali da cortile che entrano ed escono dalle case. Nulla di più sbagliato: le comunità locali sono anche i residenti delle grandi metropoli, soprattutto quelli appartenenti alle fasce economicamente meno solide. In città come Roma, Londra, Venezia e Barcellona, per esempio, l’impatto di una realtà come AirBnB sulla vita della popolazione locale è stato devastante. Il vuoto legislativo sul tipo di introiti derivanti dalla locazione temporanea su AirBnB, infatti, ha fatto sì che per i proprietari di case fosse molto più conveniente affittare per pochi giorni ai turisti, piuttosto che impegnarsi in un vero contratto di locazione. Questo ha spinto i residenti sempre più lontano dai centri delle città, determinando un aumento rapidissimo dei prezzi al metro quadro e creando veri e propri “centri fantasma”, nei quali nessuno risiede davvero e che si popolano solo di turisti “mordi e fuggi” e dei negozianti a loro più utili. Per questo alcune città, come Berlino, hanno posto delle limitazioni severe alla possibilità di cedere interi appartamenti in locazione su AirBnB e piattaforme affini. Cosa può fare il turista, per assicurarsi di viaggiare in modo sostenibile? Per esempio scegliere di rivolgersi a strutture ricettive vere e proprie, meglio ancora dalla sostenibilità certificata, oppure scegliere soluzioni come AirBnB solo quando il soggiorno avviene in casa dei residenti, cioè implica una effettiva convivenza con chi fa parte del tessuto sociale della città.

Il futuro del turismo sostenibile

Il turismo sostenibile è molto più di un semplice albergo eco-friendly con limitati cambi di biancheria o di un pranzo con la comunità locale. Si va dai crowdfunding per sostenere i progetti locali alla possibilità di compensare le emissioni di CO2 che produciamo durante un viaggio acquistando “crediti” da investire in progetti di rimboschimento e conservazione. In questa fase, la comunicazione fra turisti e operatori è cruciale: tutti, ognuno a suo modo, possiamo contribuire a proteggere il pianeta senza rinunciare alle meraviglie del viaggio.

Published on 15-09-2020

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